top of page

Milites Armati (uomini d'arme),Mercenari al servizio dei signori di milano,quando ormai già da tempo era finito il periodo degli eserciti regolari , i campi di battaglia videro sempre più la presenza  e l'utilizzo delle Compagnie di Ventura .Già in passato anche l'Impero Romano ne aveva fatto uso , ma è proprio durante il medioevo che sorgono le Compagnie  Mercenarie  che videro in Italia una buona terra per progredire nel mestiere delle Armi. Queste truppe d'Elite Spesso erano guidate da secondi figli di nobili famiglie che per non intraprendere la vita Ecclesiastica si imbarcavano in questa vita ,in Italia tra le più conosciute ,

John Hawkwood, Hannekken von Boumgarten, Konrad von Landau, Giovanni di Montréal e Werner von Urslingen, si aggiunsero, quelle di ambiziosi membri di potenti famiglie, alla ricerca di nuove ricchezze : Lodrisio Visconti, Braccio da Montone, Niccolò Piccinino, Bartolomeo Colleoni, Francesco Sforza, Francesco Bussone, Giovanni de’ Medici, Ludovico Racaniello, Guidoriccio da Fogliano.

Proprio Lodrisio Visconti inquadrò un’ordinata Compagnia di Ventura detta Compagnia di san Giorgio, distrutta da Ettore da Panigo.

Altre Compagnie furono istituite, la Grande Compagnia passata alla sua morte a Giovanni di Montréal; da Albert Stertz, che fondò la Compagnia Bianca .  Astorre Manfredi, che fondò la Compagnia della Stella;  Niccolò da Montefeltro, che organizzò la Compagnia del Cappelletto; da Giovanni da Buscareto e Bartolomeo Gonzaga, che fondarono la Compagnia della Rosa; da Ambrogio Visconti, che promosse una seconda Compagnia di san Giorgio tutta italiana e benedetta dal Papa.

Siamo davanti ad un reclutamento mirato, con l’addestramento alle armi da parte del Capitano di Ventura che pagava direttamente dopo aver fissato l’ingaggio, il numero dei soldati e la durata dell’impegno,la  condotta, da dove nasce la definizione di Condottiero.

Il Soldo di un Condottiero variava in relazione al prestigio: Micheletto Attendolo Sforza, ad esempio, nel 1432 riceveva da Firenze mille fiorini al mese per sé e novecento per la Compagnia; Guglielmo di Monferrato nel 1448 percepiva da Francesco Sforza seimila e seicento fiorini al mese da spartire con la truppa; Francesco Gonzaga nel 1505 incassava, ancora da Firenze, trentatremila scudi annui per sé e per i suoi duecentocinquanta uomini; Francesco Maria della Rovere ne guadagnava centomila annui, per sé e i duecento uomini.

I dal Verme: Luchino, Jacopo, Luigi e Pietro nativi di Verona, ebbero come capostipite Luchino, del quale Francesco Petrarca scrisse di tutti i capitani dell’età nostra è il più esperto e il più valoroso.

Egli nacque verso il 1320 da Pietro ed è certo che, fin da giovane, prestasse servizio sotto gli Scaligeri passando poi al soldo dei Visconti nella lotta contro Firenze. Nella guerra viscontea col Marchese del Monferrato, lo ritroviamo vittorioso contro il temuto Giovanni Acuto, al secolo John Hawkwood. Nel 1364 lo vediamo accettare la condotta offerta dal Doge veneziano Lorenzo Celsi, nel conflitto contro Candia: nel maggio l’Armata veneta sbarca nell’ isola ed in tre giorni Luchino ha ragione della rivolta capeggiata dal Frate ortodosso Calogero.

Gli successe il figlio Jacopo  che, nel 1370 viene ingaggiato dai Visconti di Milano all’epoca Gian Galeazzo.

Jacopo fù impiegato a Padova e poi in alcune scaramucce in Toscana nel 1397 contro i Gonzaga di Mantova

Jacopo comandò l'esercito occupando Borgoforte e Governolo, ma fu sconfitto dalle truppe mantovane capeggiate da Carlo Malatesta. Dal Verme trattò a Mantova la pace con Francesco I Gonzaga 

L'attenzione dei Visconti si spostò alla conquista di Bologna, governata da Giovanni Bentivoglio. Dal Verme accompagnato da Alberico da Barbiano ingaggiarono la battaglia di Casalecchio il 26 giugno 1402; Bologna fu conquistata e il Bentivoglio ucciso.

Richiamato a Milano da Giovanni Maria Visconti, succeduto a Gian Galeazzo, temendo le minacce di Facino Cane, combatté contro di lui nella battaglia di Binasco, uscendo vincitore. Nel 1407 i rapporti col duca di Milano si incrinarono e Jacopo Dal Verme passò al servizio della Repubblica di Venezia. Ma i suoi servigi si interruppero nel 1409, colto dalla morte a Venezia.é proprio in questo ultimo periodo  storico  che la nostra Compagnia si inquadra e prende spunto  .

bottom of page